Lago di Ginevra
Come altre aree metropolitane svizzere, anche l’area metropolitana di Ginevra cresce in modo particolarmente rapido (Foto: Keystone-SDA)

Una visione per la «Grande Ginevra»

I Cantoni di Ginevra e Vaud hanno lanciato un progetto comune per rispondere al cambiamento ecologico: la "Vision territoriale transfrontalière 2050". Questo potrebbe dare all'aggiornamento del Progetto territoriale Svizzera.

Ariane Widmer 1.12.2023

La sfida è duplice: da un lato la nostra regione deve gestire in modo parsimonioso gli spazi tenendo conto di una costante crescita demografica. Dall'altro, la transizione ecologica ci obbliga a riconsiderare radicalmente il nostro consueto approccio nei confronti di una tale crescita. Le caratteristiche specifiche delle regioni, la relativa posizione geografica e l'accessibilità determinano in larga misura le modalità di gestione di tale crescita e il conseguente impatto sul territorio.

Lo stesso principo vale però per tutte le regioni. Gli interventi da realizzare devono essere concepiti tenendo conto delle situazioni locali e godere di ampio consenso. Solo così possiamo sperare di onorare entro i termini stabiliti gli impegni climatici presi. Tali interventi, sebbene differenziati e adeguati alle varie situazioni, possono essere trasposti da una regione all'altra, adattandoli e curando sempre il dialogo.

Analogamente ad altre aree metropolitane svizzere, la «Grande Ginevra» registra una dinamica di crescita particolarmente intensa. Le varie parti che costituiscono lo spazio vitale della «Grande Ginevra» formano una fitta rete di interdipendenze che interessa anche gli spazi circostanti, in particolare l'arco lemanico e i centri urbani della regione Auvergne-Rhône-Alpes. Le sfide da affrontare in questo contesto sono notevoli e rese ancora più complesse dagli squilibri da ricondurre alla situazione transfrontaliera.

I Cantoni di Ginevra e Vaud, insieme al Polo metropolitano francese, hanno perciò deciso di avviare un processo comune di transizione ecologica. Hanno così messo a punto sul proprio territorio uno scenario esplorativo su larga scala, denominato Vision territoriale transfrontalière 2050.

Lo sviluppo territoriale quale leva per cambiare stile di vita

La «Grande Ginevra» è delimitata dalle Alpi e dai contrafforti del Giura.L'ampia estensione del Lago Lemano e i meandri dei fiumi Rodano e Arve segnano la topografia dell'area, conferendole una bellezza eccezionale. La topografia e l'organizzazione spaziale delle attività umane tipiche in questo contesto determinano lo stile di vita, ossia gli spostamenti quotidiani, le aree residenziali, i luoghi di lavoro e le aree ricreative di un milione di abitanti che risiedono in 209 Comuni diversi.

La pianificazione del territorio permette di fare evolvere tale organizzazione per rispondere alle esigenze dei 400 000 nuovi abitanti che, secondo le statistiche, si trasferiranno nella regione entro il 2050. La posta in gioco è alta, viste le dimensioni ridotte del territorio ginevrino e gli ostacoli non indifferenti da superare per ridurre le emissioni di gas a effetto serra della regione.

La riflessione in corso nella «Grande Ginevra» porta a individuare le condizioni per assorbire l'attesa crescita demografica, garantendo tuttavia uno stile di vita di qualità e sostenibile per l'insieme della popolazione. La visione di sviluppo del territorio deve essere compatibile con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, di adeguamento ai cambiamenti climatici nonché di protezione e promozione della biodiversità.

Il processo avviato serve a identificare i campi d'azione della pianificazione del territorio e a determinare le modalità di attuazione. Si tratta di elaborare una nuova generazione di strumenti di pianficazione del territorio, in linea con le sfide ambientali.

Una roadmap

Motivato dall'esigenza di una revisione della pianificazione direttrice cantonale, nel 2020 il Cantone di Ginevra ha stilato in modo participativo una roadmap. La relativa riflessione si è immediatamente estesa alla «Grande Ginevra», sia a livello territoriale che istituzionale. La conseguente roadmap, approvata a fine 2021 dal Consiglio di Stato, definisce l'orientamento e gli obiettivi da raggiungere. Questi ultimi si basano sulla dichiarazione del Consiglio di Stato del 2019 in relazione all'emergenza climatica, sul piano climatico cantonale e sulla Charte Grand Genève en transition, sottoscritta nel 2022. La roadmap definisce inoltre lo scadenzario e la metodologia di lavoro per effettuare uno studio preparatorio, che tra l'altro sarà utile in vista dell'elaborazione del piano direttore cantonale ginevrino e del prossimo programma d'agglomerato franco-valdo-ginevrino.

Approccio sulla base del progetto e del territorio

Il metodo promuove un approccio sulla base del progetto e del territorio. Le pianificazioni di prova coinvolgono fortemente gli attori interessati, ossia i Comuni e le associazioni. Esse favoriscono un radicamento locale che in seguito facilita l'implementazione. Gli scenari esplorativi e spaziali proposti da gruppi interdisciplinari consentono di costruire progressivamente una visione comune, frutto di un dialogo costante e di una collaborazione continua a livello locale e regionale.

La pertinenza delle strategie proposte viene testata in gruppi focali locali e, in caso di fallimento, sperimentata su scala più vasta. Tali iterazioni permettono di instaurare una certa dinamica per la formulazione di ipotesi sullo spazio, che poi possono essere perfezionate e consolidate per rispondere meglio alle esigenze regionali. Così, la visione generale che ne consegue dà vita a un progetto territoriale coerente e condiviso, basato sulle singole identità locali.

Cambiamento fondamentale di prospettiva

La Vision territoriale transfrontalière 2050 sarà ultimata nell'estate 2024. Un bilancio intermedio permette tuttavia già di trarre qualche conclusione e di delineare il quadro della visione in corso d'opera.

Alcune esigenze della pianficazione del territorio sono già chiare. Lo sviluppo non può prescindere dall'aspetto ambientale e sociale, come proposto dall'economista Kate Ratworth nella sua «Teoria del Donut». Si tratta di un vero e proprio cambiamento di paradigma: in futuro lo spazio vitale, con i suoi ecosistemi naturali, dovrà occupare un posto di rilievo nella pianificazione. Occorre iniziare da qui! Allo sviluppo centripeto devono far seguito processi adeguati di rigenerazione e di riqulificazione di aree già urbanizzate. La densificazione e la riorganizzazione urbana favoriscono le distanze brevi e una gestione parsimoniosa delle risorse. L'accento posto sull'aspetto locale e sull'economia circolare contribuisce a limitare l'esigenza di spostarsi. Resta tuttavia molto importante coordinare gli interventi da attuare.

Ma il bilancio intermedio mette in evidenza conflitti di interessi da approfondire in diversi campi. Nel settore ambientale occorre abbandonare la logica di compartimentazione per sviluppare un approccio e un modo di intervenire rispettoso dell'ecosistema. Nel settore della mobilità, invece, è molto problematica la questione della maggiore accessibilità, sinonimo di dispersione edilizia e delle attività. Inoltre, rimane sempre di attualità il tema degli equilibri e delle disuguaglianze tra la Svizzera e la Francia. Infine ci sono i «progetti in corso d'opera», che mettono in discussione la nostra capacità di rallentare o reindirizzare i progetti che sono in contrasto con i nostri obiettivi di neutralità carbonica. In questa fase non è certo possibile trovare una soluzione definitiva a tutti i problemi, ma vale perlomeno la pena affrontarli.

Una visione per la «Grande Ginevra» quale contributo al Progetto territoriale Svizzera

L'analisi approfondita di uno spazio limitato favorisce anche la comprensione delle esigenze di un contesto più ampio. Capire le interdipendenze e le interazioni che si instaurano tra le aree limitrofe e riflettere sulla pertinenza di questi nessi è essenziale per lo sviluppo di un progetto territoriale, a prescindere dalla sua portata.

L'approfondimento nell'area della «Grande Ginevra» e la visione iniziale che ne deriva fanno luce sui grandi equilibri territoriali e suggeriscono nuove complementarietà; contribuisce a mettere in evidenza alcuni aspetti e nuovi modi di abitare il territorio. Si tratta di sfumature e tonalità che si aggiungono al grande disegno territoriale svizzero. Come un volto esso è mutevole e soggetto a trasformazioni quotidiane. La Vision territoriale transfrontalière, con il suo radicamento locale, basata sul progetto e incentrata sullo spazio vitale, apporta quindi un tocco regionale al processo di ridefinizione del Progetto territoriale Svizzera.

Ariane Widmer
Ariane Widmer

Ariane Widmer è l'urbanista cantonale di Ginevra. Nella sua funzione è responsabile dell'elaborazione collettiva della visione dello sviluppo territoriale, con un'attenzione particolare all'aspetto qualitativo. Inoltre, insieme ai responsabili del programma d'agglomerato franco-valdo-ginevrino, co-dirige il progetto di attuazione della Vision territoriale transfrontalière 2050.