Una strategia per lo spazio vitale in Svizzera
L'attuale concetto di territorio non ha avuto finora alcun effetto, affermano gli osservatori del paesaggio e pianificatori territoriali Köbi Gantenbein e Hans-Georg Bächtold. È necessario un nuovo approccio. Ciò richiede una leadership da parte della Confederazione, obiettivi chiari e un gruppo di riflessione.
Il Progetto territoriale Svizzera del 2012 presenta numerosi vantaggi ma i suoi effetti su ciò che è successo in Svizzera e con la Svizzera negli ultimi dieci anni sono quasi pari a zero. L'economia e il nostro stile di vita modellano le strutture territoriali e i modelli di utilizzazione del territorio come se le risorse naturali e sociali fossero infinite. Aggiornare questo concetto nonché continuare con le proprie abitudini e integrarle non è sufficiente. La pianificazione nazionale del territorio deve essere ripensata. Il libro «Agenda Raum Schweiz» (disponibile solo in tedesco) contenente saggi, dibattiti e posizioni relative alla pianificazione del Paese offre un vademecum in questo senso. Cinque spunti di riflessione 1. Progetti regionali come pensiero guida centrale
Gli scenari nazionali futuri devono essere sviluppati nelle regioni tenendo conto di diversi aspetti quali sviluppo urbano, qualità del paesaggio, compiti dell'agricoltura, esigenze abitative, mobilità equa e a basso consumo di risorse, gestione dei cambiamenti climatici e sociali. La Confederazione assegna i contratti per le trivellazioni regionali e i progetti per lo spazio vitale 2050 alle organizzazioni di pianificazione regionali, con l'intenzione di far partecipare gli attori principali della società e dell'economia residenti nei territori interessati. L'attuazione avviene nel momento in cui i diversi approcci d'intervento vengono discussi al di là dei confini comunali, cantonali e persino nazionali sulla base di diversi progetti esemplificativi. I principi guida non sono obiettivi di crescita o densificazione astratti, ma la denominazione delle qualità esistenti e del loro ulteriore sviluppo. Questi si basano su risultati scientifici e non sono frutto di abitudini o pretese di potere. Inoltre, è necessario far sì che i lavori di pianificazione territoriale a livello regionale convergano in uno scenario diversificato e plausibile dell'intero Paese.
Köbi Gantenbein è stato cofondatore e fino al 2022 direttore ed editore della rivista di architettura, pianificazione e design "Hochparterre".
2. Compiti e territori di importanza nazionale La Confederazione deve adempiere compiti di importanza nazionale con incidenza territoriale che vanno oltre le capacità di pianificazione dei singoli attori. Inoltre, esistono territori di importanza nazionale interessati da sfide specifiche, tra cui le due aree metropolitane Losanna-Ginevra e Zurigo-Basilea, le aree di confine, l'area di transito tra il nord e il sud della Svizzera o le Alpi, la metà superiore della Svizzera. Tra i compiti prioritari vanno annoverati i collegamenti con le aree metropolitane europee, gli aeroporti nazionali e le strutture nazionali per l'istruzione, la ricerca e la salute. Un aspetto centrale è che esiste un nuovo compito concernente gli effetti della crisi climatica sulla Svizzera. A questo proposito la Confederazione deve sfruttare il più possibile il margine di manovra che la Costituzione lascia ai Cantoni.
Per bilanciare il peso del ruolo delle regioni, l'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) deve dare un nome alle sfide della pianificazione territoriale nazionale e ai suoi responsabili e rilasciare dichiarazioni chiare e specifiche vincolanti al riguardo. La delegata dell'ARE per il «futuro della Svizzera» deve guidare i 20 Cantoni e i 6 Semicantoni, con i loro interessi e le loro significative politiche territoriali, verso una strategia territoriale comune ed efficace per il Paese. Inoltre, è compito dell'ARE garantire l'equilibrio delle condizioni di vita nei diversi territori. Gli squilibri tra spazi, persone e uno sviluppo non sostenibile minano un buon futuro per tutte le persone, i luoghi e le comunità.
Hans-Georg Bächtold è stato direttore generale della Società svizzera degli ingegneri e degli architetti SIA fino al 2018. Insieme a Köbi Gantenbein ha pubblicato il libro "Agenda Raum Schweiz".
3. Creare un laboratorio di idee sullo sviluppo territoriale Insieme alle menti più brillanti della sociologia, dell'economia, dell'etica e delle scienze naturali l'ARE allestisce un laboratorio di idee capace di monitorare con costanza le tendenze sociali, decidendo se si tratta di «macrotendenze» sostenibili e proponendo misure efficaci. Il laboratorio deve concentrarsi sull'interpretazione territoriale delle previsioni, in particolare di quelle demografiche, e sulla valutazione dello sviluppo demografico, offrendo una buona guida per la pianificazione territoriale nei Cantoni e per lo sviluppo urbano. Il Consiglio per l'assetto del territorio, istituito da tempo, fornisce al Consiglio federale una consulenza sulla base di questi risultati. Il Consiglio dovrebbe essere in grado di presentare richieste che siano efficaci non solo nell'Amministrazione ma anche nel processo politico.
4. Obiettivi chiari per lo spazio vitale in Svizzera Come base, la nuova Strategia per lo sviluppo territoriale necessita di un consenso sugli obiettivi, la cui definizione compete alla Confederazione. Gli obiettivi da definire riguardano la priorità della biodiversità su un terzo del territorio, il consumo netto pari a zero delle aree di insediamento, la protezione del clima e il pari valore degli spazi vitali nell'Altopiano, in Ticino, nel Giura e nell'arco alpino. Integrare le nuove costruzioni a quelle esistenti e costruire a partire da queste ultime, proteggere i paesaggi senza la costruzione di ulteriori edifici al di fuori delle zone edificabili e accorpare le infrastrutture: questi sono gli standard concreti per il pensiero e l'azione territoriale del futuro. Si tratta di parametri di riferimento per l'approvazione da parte del Consiglio federale dei piani direttori cantonali, che devono essere integrati rapidamente. Il risultato dovrebbe essere per tutti i Cantoni una prospettiva di riduzione delle disparità regionali e di rafforzamento delle periferie a scapito dei centri.
5. Messa a disposizione di risorse finanziarie Non solo obiettivi chiari, ma anche finanziamenti. I buoni propositi non bastano. Lo strumento centrale di una Strategia territoriale rivista è rappresentato dai progetti pilota finanziati dalla Confederazione. I programmi d'agglomerato hanno dimostrato il successo di questa procedura. La pianificazione territoriale deve avere efficacia globale, risultando plausibile per la popolazione, e non deve limitarsi a singoli progetti. Il dilemma è evidente, se si legge la rubrica dei quotidiani dedicata alle lettere dei lettori: le persone hanno sogni ben diversi rispetto alle utopie della pianificazione territoriale come la densificazione e gli insediamenti compatti senza parcheggi.
Negli uffici preposti alla pianificazione territoriale, al Politecnico federale di Zurigo e nelle scuole universitarie professionali, negli uffici delle città e dei Cantoni nonché alla Confederazione lavorano tanti uomini e tante donne intelligenti competenti in materia di pianificazione. Si tratta di autori e co-creatori di una nuova Strategia territoriale. Maggiore è la densità della popolazione e l'utilizzo del territorio, più il tema della pianificazione territoriale diventa una questione controversa. Gli esperti sono concordi nel ritenere che, oltre allo sviluppo di una strategia per gli spazi vitali in Svizzera e all'istituzione di un monitoraggio del territorio, sia necessario rafforzare anche la pianificazione territoriale nel suo complesso, incluse la ricerca in materia di territorio e pianificazione e la comunicazione alla popolazione. Entrambi gli autori concepiscono lo sviluppo di un nuovo piano territoriale nazionale come una grande opportunità.